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Evoluzione dell'impennaggio
(25 maggio 2008)


Tutte le cose cambiano; e anche l’impennaggio si adegua ai cambiamenti.
All’inizio degli degli anni ‘40 e fino ai primi anni ‘70, l’impennaggio classico era di 5 pollici di lunghezza, in penna naturale di tacchino; un dominio assoluto.
Poi il primo cambiamento.
Le penne naturali dovettero dividere il mercato con un nuovo prodotto molto più resistente: la penna di plastica.
Sicuramente più pesante ma pratica, indistruttibile o quasi, e non soggetta agli eventi climatici quali la pioggia o il freddo.
A metà degli anni ‘80 la maggior parte dei cacciatori con l’arco (parliamo degli USA, l’unico mercato esistente in quegli anni) usava il compound e grazie alle sempre più elevate performance di questi archi, cominciò a prendere piede un altro importante cambiamento: lentamente e in modo graduale si cominciò a modificare la lunghezza della penna passando dai 5 pollici classici alla più pratica misura di 4 pollici e tutto ciò indifferentemente dal fatto che che la penna fosse naturale o di plastica.
E così fu che archi più performanti, frecce più leggere e veloci e punte da caccia più equilibrate ridimensionarono l’importanza della penna da 5”  facendola diventasse un fattore non più fondamentale in termini di stabilità.   
E anche se la penna da 5 pollici continuò a sopravvivere per pochi romantici, la penna da 4 pollici, fosse essa naturale o di plastica, ebbe facilmente il sopravvento grazie ad una minor interferenza nel rilascio, un minor peso quindi più velocità oltre ad un look più slanciato.
E così è stato fino alla fine degli anni ’90.
Poi ancora un cambiamento; forse un insieme di cambiamenti veramente radicali che coinvolgono tutti gli aspetti: robustezza, estetica, incollaggio e ancora una volta la misura.

L’effetto “Whisker Biscuit”

Si può tranquillamente affermare che nessun altro prodotto nel mondo della caccia con l’arco ha avuto un impatto così importante negli ultimi 50 anni come il Whisker Biscuit; ed è stato grazie ad Ike Brantwhite e Seve Graf, bowhunters e amici, che lo introdussero per la prima volta nel 1998 e segnarono l'inizio di un grande cambiamento; questo strano rest conteneva interamente la freccia sia prima che durante il tiro e fu la molla che diede il via ad una corsa ai rest con meccanismo di “anti-caduta” della freccia, corsa che ancora oggi è più attuale che mai.
Ma l’impatto dei primi Whisker sulle penne di plastica era devastante; dei veri e propri mangiapenne che dopo pochi tiri devastavano principalmente le penne costruite con materiali particolarmente morbidi.
In altri tempi un qualsiasi altro rest sarebbe stato messo in un attimo fuori mercato ma il Whisker rappresentava una idea “talmente innovativa” che costrinse le case produttrici di penne in plastica ad adeguarsi ricercando materiali più resistenti senza sacrificare peso e praticità.
E così oggi il mercato è in grado di offrire penne più robuste e durature.

L’effetto “Carbonio”

La freccia in carbonio è oramai una realtà e in pochi anni sono stati spazzati via l’alluminio e i pregiudizi che il carbonio si trascinava dietro da anni.
E con la freccia in carbonio si presenta il problema dell’impennaggio; in mancanza di una accurata pulizia, la finissima polvere di carbonio complica la vita di chi cerca di fare degli impennaggi efficaci pregiudicando spesso la qualità dell’incollaggio.
Ancora una volta le aziende si impegnano nella ricerca producendo colle molto più resistenti che praticamente cementano la penna con l’asta nera ma non solo perché si migliora il dorso della penna cercando di renderlo come conformazione più “aderente” all’asta.

L’effetto “Look”

Se il piacere di tirare aste personalizzate ha da sempre coinvolto i romantici del tiro tradizionale, da circa un decennio si sta sviluppando tra gli arcieri più tecnologici il piacere di tirare frecce personalizzate con un “look” decisamente più professionale ed aggressivo.
Ancora una volta le aziende vengono in soccorso con due idee innovative; nasce così il cresting adesivo: un prodotto estremamente pratico che in pochi secondi e con risparmi di tempo e denaro  sostituisce il lungo lavoro di dipingere le aste.
A questo punto la fantasia non ha limiti e nascono adesivi che riescono a soddisfare anche gli arcieri più esigenti.
Ma non basta; così arrivano sul mercato le penne naturali e di plastica multicolori, camo, fluorescenti e chi più ne ha più ne metta  purchè tutto possa contribuire a personalizzare una freccia.

L’effetto “Blazer”  

In questa rivoluzione che coinvolge la robustezza e l’estetica non poteva certo mancare un ritocco alla lunghezza.
Ed è così che nel 2004 la Bohning Archery introduce nel mondo della caccia con l’arco la Blazer Broadhead Vane; disegnata espressamente per la caccia con l’arco e l’uso con punte da caccia, la Blazer era lunga solo 2 pollici e leggermente più alta di una qualsiasi penna da 4 pollici, ma a detta della Bohning, con caratteristiche tali da non far rimpiangere le penne da 4 pollici.
Il mondo della caccia con l’arco, da sempre diffidente ai cambiamenti, le trovò troppo piccole, troppo simili a quelle da tiro alla targa, con poco appeal venatorio.
Ma, come oramai succede da sempre, dopo le prime sperimentazioni, arriva il successo a pieno titolo delle penne da 2 pollici ed ora, sfogliando una qualsiasi rivista di caccia con l’arco, non si può fare a meno di notare che ogni freccia pubblicizzata presenta un impennaggio a 2 pollici, sia esso Blazer o altro.

Gli impennaggi presenti sul mercato    

Per qualità e dimensioni, l’impennaggio ha subito negli ultimi 50 anni una notevole evoluzione grazie a materiali qualitativamente più resistenti e di più semplice applicazione e i prodotti presenti oggi sul mercato oltre a rappresentare il risultato di anni di sperimentazioni, sono in grado di accontentare per qualità e dimensioni, gli arcieri più esigenti.

  

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